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Fondo Riccardo Cerocchi (1927-2017)

È costituito da documenti (rotoli di disegni e faldoni) relativi all’attività professionale svolta a partire dalla metà degli anni 1950.
Il fondo – pervenuto alla Casa dell’architettura per donazione degli eredi nel settembre 2019 – è attualmente sottoposto ad un procedimento per la dichiarazione di interesse storico particolarmente importante avviato dalla Direzione Generale degli archivi – Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio.

L’inventario è in corso.

curriculum

Fondo Aroldo Zanetti (1924-2014)

Nota biografica:
L’ingegner Aroldo Zanetti nasce a Mantova il 17 dicembre 1924 e negli anni venti la famiglia si trasferisce a “Littoria” dove il padre, ing. Aldo Zanetti svolge il ruolo di ingegnere capo per le operazioni di bonifica. Nel 1950 si laurea in ingegneria civile presso l’università di Pisa. ha svolto in prevalenza attività di progettazione architettonica e strutturale di numerosi interventi per l’industria farmaceutica, chimica, metalmeccanica e alimentare sorti negli anni cinquanta lungo l’asse industriale Roma – Latina, oltre alla progettazione, e direzione lavori, di interventi residenziali per committenze private, la ristrutturazione totale della Banca d’italia a Latina, il cinema teatro ad Aprilia e sempre a Aprilia, e a Latina, il nuovo cimitero.

Dal settembre del 1951 al 1959 ha diretto l’ufficio tecnico del comune di Aprilia, nel periodo di maggior sviluppo della città. E’ stato tecnico di fiducia dell’iNaM dei Latina e progettista, direttore dei lavori e collaudatore per la cassa per il mezzogiorno.
Muore a Latina il 12/08/2014.

Storia archivistica:
il fondo, acquisito nel gennaio 2015, per donazione della famiglia, e conservato presso la Casa dell’architettura di Latina, raccoglie la documentazione professionale prodotta da Aroldo Zanetti.
Il fondo è stato dichiarato di interesse storico particolarmente importante con decreto della Soprintendenza archivistica per il Lazio del 20.07.2015, e successivamente donato dagli eredi alla Casa dell’architettura di Latina, istituto di cultura urbana, assicurando così la conservazione e valorizzazione di questo fondo

Descrizione:
L’archivio raccoglie la documentazione professionale prodotta da Aroldo Zanetti.

Tra le tipologie documentarie si conservano elaborati progettuali e documentazione tecnica (tavole di progetti, calcoli delle strutture, ecc.) relativi all’attività dello studio di progettazione di cui Aroldo Zanetti è stato titolare.

Estremi cronologici:
1946-2009

Consistenza:
250 unità archivistiche: 130 rotoli di disegni e 120 fascicoli.

Ordinamento:
La documentazione, è pervenuta in discreto stato di conservazione ma con uno stato di ordinamento parziale e carente: in particolare gli elaborati relativi ad alcuni progetti risultavano smembrati e in ordine sparso. Nell’intervento di sistemazione si è proceduto all’individuazione di due serie e delle rispettive unità archivistiche.

1. Progetti (1962 – 2007).
2. attività professionale (1946 – 2004).

inventario analitico

Fondo Antonio (Tonino) D’Erme (1941-2006)

Nota biografica:
Antonio D’Erme nasce a Sermoneta (LT) il 18 aprile del 1941. Nel 1960 consegue il diploma di geometra e, per poter accedere alla facoltà di architettura, nel 1961 consegue la maturità artistica. Frequenta la facoltà di architettura di Roma dal 1962 al 1970 sostenendo tutti gli esami, senza laurearsi. un suo progetto di un sistema infrastrutturale Latina – Priverno, sviluppato per un esame è stato oggetto di pubblicazione come contributo significativo dell’esperienza didattica del Corso di Composizione architettonica. Nel 1970 inizia la sua attività di docente di Elementi di architettura, Progettazione ed arredamento, attività che esercita con continuità fino al 1992, rispettivamente presso il Liceo artistico di Latina e l’istituto d’arte di Priverno. Svolge intensa attività professionale specialmente nel campo dell’arredamento, in particolare progettando e realizzando numerosi negozi ed interni di abitazioni con un’impronta linguistica personale riconducibile ai concetti spaziali e formali di Le Corbusier. Nella seconda metà degli anni ’70 inizia una proficua collaborazione con l’impresa Borsari, per la quale progetta diverse abitazioni e ville unifamiliari che si distingueranno nel panorama della produzione edilizia per il loro carattere innovativo del concetto dell’abitare. Nel suo percorso professionale sono significativi alcuni lavori svolti come progettista di fiducia di importanti aziende multinazionali (Bristol Meyer Squibb, Wellcome e Wyeth) per le quali ha progettato e realizzato: Mensa aziendale (1995-1996) e Scuola elementare (1994-1995) a Sermoneta per conto della Bristol, vari padiglioni (1986-1992) dell’impianto produttivo della Wellcome a Pomezia e l’ampliamento della Wyeth (1996-2001), oltre agli arredi interni degli uffici, della mensa e della reception. Nella sua attività assume rilievo importante l’esperienza pittorica, come attesta la cospicua produzione e la partecipazione costante a mostre personali e collettive, attestate dal conseguimento di vari premi. Sue opere sono state acquistate da diverse istituzioni e gallerie italiane e straniere. Muore il 30 giugno 2006 a Latina.

Riferimenti bibliografici:
AA. VV. Contributo di una esperienza didattica e metodologica al problema della composizione architettonica, 1973 Roma Edizioni Lo Scaffale

Storia archivistica:
il fondo è stato donato dai figli Andrea ed Eleonora, nell’aprile 2013, alla Casa dell’architettura di Latina che ne ha redatto l’inventario analitico. Dopo la morte di Antonio D’Erme avvenuta nel 2006 il suo archivio è stato conservato dalla famiglia nel suo studio a Latina. il fondo è stato dichiarato di interesse storico particolarmente importante con decreto della Soprintendenza archivistica per il Lazio del 26.09.2014, e successivamente donato dagli eredi alla Casa dell’architettura di Latina, istituto di cultura urbana, assicurando così la conservazione e valorizzazione di questo fondo. Grazie ai contributi erogati dalla Soprintendenza, nel 2015 è stato curato un intervento più analitico di inventariazione, al fine di realizzare l’inventario completo e la relativa banca dati consultabile on line.

Descrizione:
il fondo conserva elaborati progettuali relativi all’attività professionale, svolta per committenze private, imprese e in qualità di progettista di fiducia di importanti aziende multinazionali (Bristol Meyer Squibb, Wellcome e Wyeth Lederle). Completano il fondo una serie di fotografie di alcune opere realizzate (soprattutto interni), e materiali documentali riferiti alla sua esperienze di docente.
Tra gli elaborati progettuali sono conservati alcuni esami universitari.

Estremi cronologici:
1964-2006

Consistenza:
222 unità archivistiche: 125 rotoli e 47 buste di disegni, 1 busta di schizzi e disegni, 3 buste di materiali fotografici, e 4 buste di materiali documentali.

Ordinamento:
La documentazione è pervenuta in discreto stato di conservazione e con alcuni problemi di ordinamento: gli elaborati relativi ad alcuni progetti risultavano smembrati e in ordine sparso. in particolare, nel fondo erano conservati due album recanti la dicitura, (apposta e firmata da D’Erme), “DOCUMENTAZIONE ARTISTICO PROFESSIONALE”, con foto, schizzi, copie eliografiche. Si è provveduto al loro ordinamento e all’inserimento nelle corrispondenti serie. Nell’intervento di sistemazione si è proceduto all’individuazione delle unità archivistiche. Per quanto riguarda le serie, l’ordinamento segue un criterio esclusivamente cronologico. Le schede delle unità documentarie, sono state redatte secondo un tracciato descrittivo che tiene conto degli standard archivistici utilizzati per la descrizione del disegno d’architettura nell’ambito dei beni culturali.
L’intervento di ordinamento ha prodotto le seguenti serie:

1. Progetti (1965-2006)
2. Schizzi e disegni (1979-1997)
3. Materiali fotografici (1964-1996)
4. Attività didattica (1971-1989)

Fondo Giorgio Garbero(1945-2012)

Nota biografica:
l’ingegner Giorgio Garbero nasce a Dego (SV) il 20 novembre 1945. Nel 1975 si laurea a Napoli presso l’univer- sità Federico ii. ha svolto attività di progettazione architettonica ed in prevalenza strutturale di interventi di edilizia residenziale per committenze pubbliche e private, oltre alla progettazione, direzione lavori, collaudi statici, tecnici amministrativi di interventi pubblici, infrastrutture, scuole, il teatro e la casa della cultura del comune di Latina, il restauro della ex sede comunale del comune di Sonnino in provincia di Latina. Nel 2009 gli viene riconosciuto il contributo per la generosa attività professionale svolta a favore della popolazione abruzzese colpita dal sisma del 2009. Muore a Cuneo il primo ottobre del 2012.

Storia archivistica:
il fondo, acquisito nel gennaio 2015, per donazione della famiglia, e conservato presso la Casa dell’architettura di Latina, raccoglie la documentazione professionale prodotta da Giorgio Garbero.
Con decreto della Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio del 18.03.2016, è stato dichiarato di interesse storico particolarmente importante.

Descrizione:
l’archivio raccoglie la documentazione professionale prodotta da Giorgio Garbero.
La documentazione, materiale grafico progettuale e documenti, testimoniano circa 39 anni di professione svolta in qualità di singolo professionista e come socio dello studio EMMEDUE.
Tra le tipologie documentarie si conservano elaborati progettuali e documentazione tecnica (progettazione architettonica, calcoli strutturali, collaudi statici e tecnico amministrativo ecc.) relativi all’attività dello studio di progettazione di cui Giorgio Garbero è stato titolare.

Estremi cronologici:
1971-2010

Consistenza:
556 unità archivistiche: 381 tubi e 175 fascicoli.

Ordinamento:
la documentazione è pervenuta in buono stato di conservazione ma con uno stato di ordinamento parziale: in particolare gli elaborati relativi ad alcuni progetti risultavano smembrati e in ordine sparso. Si è proceduto, quindi, a riunire i materiali appartenenti allo stesso progetto. Nell’intervento di sistemazione si è proceduto all’individuazione di due serie archivistiche.

1. Progetti (1979 – 2007).
2. Attività professionale (2005 – 2010).

Fondo Gino Cancellotti (1896-1987)

Storia archivistica:
il fondo, dichiarato di interesse storico con decreto della Direzione regionale del Lazio del 29.12.2010, è stato acquisito nel luglio 2010, per donazione dell’architetto Luigi Passeri che lo conservava dopo la consegna fattagli dallo stesso Gino Cancellotti nel 1984 in occasione del cinquantenario della fondazione della città di Sabaudia. La Casa di architettura di Latina, ne ha curato l’inventariazione e la digitalizzazione, realizzando una banca dati consultabile sul sito dell’istituto.

Descrizione:
l’archivio raccoglie disegni e copie di cantiere che testimoniano la vicenda costruttiva degli edifici, delle sistemazioni urbane della città di Sabaudia e delle chiese dei borghi limitrofi.

Estremi cronologici:
1934

Consistenza:
35 unità archivistiche, condizionate in sei faldoni telati originali, comprendono 465 unità documentarie.

Ordinamento:
i disegni sono pervenuti con una prima inventariazione curata da Stefania Morabito, la quale ha provveduto a compilare un elenco di tutti i documenti grafici con la loro intestazione, con riferimento al faldone nel quale i disegni erano contenuti. Mantenendo l’ordine trovato all’interno delle cartelle, sono stati individuati 35 unità archivistiche.

consulta il fondo

inventario analitico

Fondo Ernesto Lusana (1926-1990)

Nota biografica:
Ernesto Lusana nasce a Sermoneta piccolo borgo medievale in provincia di Latina nel 1926. Si iscrive sotto la spinta paterna alla facoltà di ingegneria a Roma. Durante gli anni cinquanta ha occasione di collaborare con l’architetto Luigi Moretti e con altri colleghi già laureati a diversi interventi di edilizia residenziale tra Fregene e Roma. Successivamente si iscrive alla facoltà di architettura di Firenze dove si laurea nel 1967, con una tesi in ambito urbanistico il cui relatore è Leonardo Savioli. La figura di Savioli influenza profondamente il suo modo di progettare.
A Firenze conosce la moglie Carla Bastreghi dalla quale avrà 3 figli.
alla fine degli anni 60 ritorna a vivere a Sermoneta, dove prosegue l’attività professionale partecipando a concorsi di progettazione tra cui: il concorso per il piano particolareggiato del Centro Direzionale di Latina (2° classificato); il concorso per la salvaguardia del lago di Fogliano (2° classificato) e il concorso IACP a Latina (1985).
Tra le architetture realizzate di particolare rilievo sono: la villa Canofari, la cooperativa Gioconda Zeta, le Batiment Deux e la villa Polito a Latina; casa Liazza e una torre-studio a Sermoneta.
Nel settore urbanistico redige il piano regolatore generale di Sermoneta (1970) e il progetto del piano particolareggiato delle borgate Carrara e Pontenuovo di Sermoneta (1975), all’interno del quale si inserisce il progetto firmato insieme a Savioli per un complesso residenziale attrezzato, che comprendeva al suo interno due grandi blocchi residenziali una piazza coperta, un centro sociale, un nucleo di uffici, una piazza attrezzata e un cinema all’aperto. Muore nel 1990 a Latina.

Riferimenti bibliografici:
Concorso per il piano del Centro direzionale di Latina, in L’architettura cronache e storia, n.216, ott.1973; Struttura residenziale a Sermoneta, in L’architettura cronache e storia, n.310-11, ago-sett 1981; Progetto di edilizia sovvenzionata Sermoneta, in G. C. arGaN (a cura di), Leonardo Savioli grafico e architetto, catalogo della mostra Faenza, Palazzo del Podestà, 9 maggio-6 giugno 1982, Faenza 1982; Insediamento di edilizia sovvenzionata Sermoneta, in G. B. BaSSi (a cura di) L’architettura costruita.Il cantiere di Pistoia, Firenze-Pistoia1985; Colore Spazio Suono, catalogo della mostra Chiesa dell’annunziata, Sermoneta 1986; Avamposti urbani: forum Caro Lusana, in La casa di pietra, rivista dell’ordine degli architetti della provincia di Latina, febbr. 1986.

Storia archivistica:
Dopo la morte di Ernesto Lusana avvenuta nel 1990 il suo archivio è stato conservato dalla famiglia nel suo studio/abitazione ricavato in una torre medievale a Sermoneta.
Il Fondo, dichiarato di interesse storico con decreto della Soprintendenza archivistica per il Lazio con provvedimento del 10.6.2009, è stato acquisito nel gennaio 2009, per donazione degli eredi.
Nel 2013 grazie ad un apposito finanziamento erogato dalla Soprintendenza, è stato effettuato un intervento di inventariazione e digitalizzazione, realizzando una banca dati consultabile in rete.

Descrizione:
l’archivio raccoglie gli elaborati grafici e modelli riconducibili alla sua attività progettuale. Documenta 61 progetti architettonici compresi alcuni elaborati progettuali non identificati. Completano l’archivio, alcuni elaborati, uno di questi su un rotolo di tetrapak, che non hanno alcuna relazione con architetture costruite o anche solo progettate, configurandosi più come documenti di natura artistica che come elaborati tecnici finalizzati alla costruzione.

Estremi cronologici:
1964-1984

Consistenza:
64 unità archivistiche: 61 rotoli per un totale di 600 disegni, 4 modelli, 98 cartoni, 14 fogli sciolti e 1 rotolo di tetrapak.

Ordinamento:
l’archivio, è pervenuto in cattivo stato di conservazione e in forma disordinata. Gli elaborati relativi ad uno stesso progetto si presentavano in maniera smembrata e totalmente privi di documentazione allegata che potesse facilitare il lavoro di attribuzione. L’archivio consta solo di materiale grafico e di modelli risultando assente qualunque tipo di documentazione scritta o fotografica.
Gli elaborati grafici sono stati acquisiti in formato digitale laddove il supporto e lo stato di conservazione lo hanno permesso. Non è stata ancora completata l’operazione di inserimento della documentazione inventariata, in particolare per quella che non è stato possibile eseguire la scansione.
Data la natura delle tipologie documentarie si è articolato il fondo in due serie.

1. Progetti (1964-1984)
2. Disegni (1972-1985)

inventario analitico

Fondo Pietro Cefaly (1948)

Nota biografica:
Pietro Cefaly nasce a Spilinga (VV) nel 1948 e si laurea in architettura a Roma nel 1973. Negli anni ’75-‘95 svolge attività didattica e di ricerca presso la Facoltà di architettura di Roma nei corsi di Composizione architettonica. Dal 1978 svolge attività professionale in forma associata con Patrizia Giliberti. Partecipa a numerosi concorsi nazionali di progettazione urbana tra cui quello per la nuova piazza di Catanzaro centro (1981- 1° premio ex aequo) e quello per il riassetto di piazza Matteotti a Vicenza (1986) e ai concorsi internazionali per il nuovo museo dell’acropoli di Atene (1990-2° grado); per la sistemazione dello Spreebogen (1991) e della Spreeinsel (1993- 2° grado) a Berlino e per l’ampliamento del museo del Prado a Madrid. Parallelamente progetta e realizza vari interventi di riqualificazione urbana come piazza Aldo Moro (1976) e piazza di campo Boario a Latina; vari edifici di edilizia residenziale pubblica e diverse ipotesi di recupero urbano ed ambientale come il progetto per il recupero dell’area dell’ex Consorzio agrario (1992) a Latina e quello delle cave di Monticchio (2000) e Posta Vecchia (2003) a Sermoneta (LT). Partecipa a numerose mostre e convegni in italia e all’estero. interessato ai temi della formazione della città, nel 1998, fonda la Casa dell’architettura di Latina, di cui attualmente è il direttore scientifico.

Riferimenti bibliografici:
Città & Progetto. Architetture di Pietro Cefaly e Patrizia Giliberti, Latina 1982; G. DoNiN (a cura di), Progetti in piazza, Roma 1987; Pietro Cefaly e Patrizia Giliberti. Architetture 1981-86, Roma 1987; Vicenza il riassetto di piazza Matteotti. Progetti per il Concorso, Vicenza 1990; The new Acropolis Museum. International architectural competition, athens 1991; Progetto per il concorso di 2° grado del nuovo Museo dell’Acropoli di Atene, Casabella, n. 585, dicembre 1991; aa. VV. Scuola Museo Galleria, Latina 1992; aa. VV. , Hauptstadt Berlin Stadtmitte Spreeinsel, Berlin 1994; MiNiSTErio DE EDUCACIÒN Y CULTURA, Museo del Prado Madrid Espaňa, Madrid 1996″

Storia archivistica:
il Fondo, dichiarato di interesse storico con decreto della Direzione regionale del Lazio del 25.11.2008 è conservato presso la Casa dell’architettura di Latina.

Descrizione:
comprende documentazione varia (disegni, fotografie, documenti) relativi all’attività progettuale, didattica e scientifica; dal 1978 i progetti sono stati elaborati con Patrizia Giliberti, in forma associata.

Estremi cronologici:
1969-2013

Consistenza:
283 unità archivistiche: 89 tubi e 12 rotoli, 2 cassetti, 9 pacchi, 10 disegni incorniciati, 50 quaderni di appunti di ricerche e schizzi, 104 cartelle contenenti documenti relativi all’attività didattica e l’attività professionale 3 contenitori di fotografie, 5 audiocassette, 5 plastici.

Ordinamento:
Nell’intervento di sistemazione si è proceduto all’individuazione di otto serie archivistiche.

1. Progetti (1975-2008)
2. Attività didattica (1974-1997)
3. Attività professionale (1975- 1998)
4. Quaderni e schizzi (1977-2013)
6. Scritti (1970-2010)
6. Corrispondenza (1978-2013)
7. Materiale a stampa (1977-2006)
8. Materiali fotografici e multimediali (1969-2003)

inventario analitico

Fondo Emidio Ciucci (1901-1977)

Nota biografica:
Scuola Superiore di architettura di Roma nel 1925. Dal 1934 è membro effettivo dell’istituto Nazionale di urbanistica. Subito dopo la laurea è a Milano dove si specializza in “costruzioni in cemento armato” presso la Scuola di ingegneria. Sempre a Milano collabora alla direzione lavori della nuova stazione centrale per cinque anni, fino alla sua inaugurazione. rientrato a Roma si dedica alla sua attività di libero professionista fino al 1936 progettando diversi edifici a Roma, Milano, Terracina, Tortona ed il piano regolatore di Fano; partecipa inoltre alla grande stagione dei concorsi di architettura: quello internazionale per il Faro di Colombo a Santo Domingo (menzione onorevole), bandito dalla Pan american union nel 1929, che ha visto la partecipazione di 456 architetti e ingegneri (tra cui il francese Tony Garnier) provenienti da 41 paesi; e quelli nazionali quali il concorso per la Cattedrale di La Spezia nel 1930 (in collaborazione con l’ing. Aldo Putelli) (menzionato); per il Nuovo Palazzo dei Sindacati Fascisti dell’industria, Milano (in collaborazione con l’ing. Aldo Putelli) (iV premio ex aequo); per le Chiese di Messina nel 1932 (secondo premio); per i Palazzi postali di Roma nel 1933 (menzione onorevole); per il piano regolatore della ex fortezza di Savona nel 1934 (terzo premio) e, nel 1936, per il piano regolatore di Aprilia, una della quattro “città nuove” nell’agro pontino. Molti di questi lavori vengono pubblicati nelle maggiori riviste di architettura di quegli anni. allo stesso periodo risale la sua attività pubblicistica come collaboratore stabile della rivista “L’Eroica” di Milano, dove illustra, fino al 1936, il periodo polemico di rinnovamento dell’architettura. Pubblica inoltre articoli su “L ’ambrosiano” e “rassegna d’architettura” di Milano; per quest’ultima traccia, tra l’altro, un’interessante profilo di Sant’Elia e dell’architettura futurista in generale. Dal 1936 è a Gondàr, Etiopia, come direttore di una impresa di lavori edili, dove progetta e dirige tutte le principali opere pubbliche e diverse sistemazioni urbanistiche della città fino alla conquista della piazzaforte da parte delle truppe inglesi nel 1941: case per i funzionari e per gli ufficiali, la sede del Comando Truppe, la Prefettura apostolica e la Cattedrale, la Chiesa in Azazò, il teatro, il dopolavoro e la sistemazione della zona cimiteriale. Dirige anche i lavori di tutti i principali edifici pubblici progettati da altri professionisti: sede Banca d’italia, Liceo e Palazzo Postale (opera di Gherardo Bosio). Per quattro anni è membro del Comitato per l’edilizia e l’urbanistica del Governo di amara e pubblica articoli sul “Corriere Eritreo” con orientamenti sull’edilizia e l’urbanistica di Gondàr. i materiali d’archivio che riguardano questo periodo contribuiscono a fare chiarezza su alcune attribuzioni errate probabilmente dovute ad omonimia. Dopo la caduta di Gondàr lavora ad Asmara come architetto nella società Johnson Drake & Paper inc di New York. rimpatriato, vive il periodo postbellico come ingegnere della ricostruzione nel Genio civile di Ascoli Piceno e come libero professionista. Dal 1949 è direttore dell’ufficio tecnico dell’istituto delle Case Popolari della provincia di Latina dove rimane fino alla morte avvenuta nel 1977.

Riferimenti bibliografici:
PLINIO MARCONI, Mostra romana del concorso per il faro alla memoria di Cristoforo Colombo, in Architettura e arti decorative, fasc. ii-iii, ott/nov 1929, p. 123; Concorso per la cattedrale della Spezia, in Architettura e arti decorative, fasc. ix, maggio 1930, pp. 398, 401, 410; F. REGGIORI, Il concorso per la casa dei Sindacati fascisti dell’industria a Milano, in Architettura e arti decorative, fasc. i, settembre 1930, p. 28; EMiDio CiuCCi, La villa e Villa in Riviera, in L’Eroica, quaderno 166, giugno 1932, pp. 27-32; P.M., Emidio Ciucci: la villa, in Architettura, fasc. x, 1932, p. 571; EMiDio CiuCCi, Architettura sacra d’oggi. Principali progetti del concorso per otto chiese della Diocesi di Messina, in L’Eroica, quaderno 171-172, nov.-dic. 1932, pp. 69-76; G. MINNUCCI, Il concorso nazionale per i palazzi postali di Roma, in Architettura, fasc. x, 1933, pp. 606, 626; Progetti vincitori e premiati al concorso nazionale per i palazzi postali in Roma, in Case d’oggi, n. 2, 1934, pp. 83-84; SANDRO MOLLI, Il concorso per il progetto del piano regolatore della ex fortezza di Savona, in Urbanistica, n. 6, nov./dic. 1934, pp. 341, 346-348; G. Muzio, Concorso per il P.R.G. di Aprilia, in Rassegna di Architettura, n. 14-15, 1936; a. MELIS, II Concorso per il P.R.G. di Aprilia, in Urbanistica, n. 6, 1936; G. BOSIO, Progetto di massima per i P.R.G. di Gondar, Dessiè, Gimma, in Urbanistica, maggio-giugno 1937; G. BOSIO, Progetto di massima per i P.R.G. di Gondar, Dessiè, Gimma, in Architettura, n. 9, maggio 1937; C. E. RAVA, Architettura coloniale, in Gli Annali del- l’Africa Italiana, n. 3-4, dicembre 1938; SERGIO PORETTI, Progetti e costruzione dei palazzi delle poste a Roma 1933 – 1935, Roma, 1990, p. 25; G. GrESLEri, P. G. MASSARETTI, S. ZAGNONI, Architettura italiana d’oltre- mare. 1870-1940, catalogo della mostra, Venezia 1993, p. 182; D. Pizzi- G. MuraTorE, Oltremare. Itinerari di architettura in Libia, Etiopia, Eritrea, Sirai, 2001.

Storia archivistica:
il fondo, è stato donato dal figlio Antonio Ciucci all’ordine degli architetti di Latina che l’ha offerto, nel luglio del 2008, in comodato d’uso alla Casa di architettura di Latina, che ne ha curato una prima inventariazione, realizzando una banca dati consultabile sul sito dell’istituto.

Descrizione:
L’archivio raccoglie elaborati progettuali, fascicoli relativi all’attività professionale, ai rapporti tenuti con l’istituto Nazionale di urbanistica di cui era membro, corrispondenza con enti, committenti privati, alcuni di natura strettamente personale e alcuni scritti e ritagli di giornale che documentano la sua attività di pubblicista.
Completa l’archivio una serie di fotografie di lavoro e di disegni (particolarmente interessanti sono le foto che si riferiscono a progetti non presenti nell’archivio del periodo di lavoro a Gondar, in Etiopia) e numerose (circa 160) riviste di architettura ed urbanistica dal 1929 al 1936.

Estremi cronologici:
1929-1971

Consistenza:
192 unità archivistiche: 101 rotoli di disegni, 91 fascicoli.

Ordinamento:
l’archivio è pervenuto in gran parte, soprattutto per i progetti e la documentazione, senza alcun ordine e struttura. Si è reso necessario procedere al loro riordino, in alcuni casi attribuendo ad alcuni progetti, elaborati che si pre- sentavano in maniera sparsa. Tutti i progetti e i disegni relativi sono stati numerati in ordine cronologico (alcune date sono state desunte da altra documentazione presente nelle altre serie), scansiti e resi disponibili alla consultazione on line. La stessa operazione ha riguardato la documentazione anch’essa ordinata con lo stesso criterio che ha guidato la schedatura dei progetti.
Nell’intervento di sistemazione si è proceduto all’individuazione di sette serie archivistiche.

1. Progetti (1929-1958)
2. Attività didattica (1929-1967)
3. Attività culturale (1945- 1971)
4. Corrispondenza (1949-1953)
5. Scritti (1958-1962)
6. Materiali fotografici (1932-1954)
7. Altri materiali (1929-1955)

inventario analitico

Fondo Luciano FALSETTI (1932-1989)

Nota biografica:
L’architetto Luciano Falsetti nasce ad Apiro (MC) il 20 gennaio del 1932. Nel 1935 con i genitori ed il fratello Fabio si trasferisce a Latina dove frequenta le scuole e consegue la maturità classica nel 1950. Si iscrive alla facoltà di Ingegneria della Sapienza. In quegli anni si dedica alla pittura (olio ed acquerello), partecipando con successo ad alcune manifestazioni artistiche; successivamente, per alcuni anni, si dedica esclusivamente al disegno a china. Dopo due anni lascia la facoltà di Ingegneria e si iscrive a quella di Architettura a Palermo, dove si laurea il 24 febbraio del 1961. Da allora svolge la libera professione con studio a Latina. Agli inizi degli anni ’60 è candidato per il PSIUP alle elezioni comunali. Nel biennio 1975-77 è presidente dell’Ordine degli architetti della provincia di Latina. Muore a Latina nel 1989 a seguito di un intervento chirurgico.

Storia archivistica:
Il Fondo, è stato acquisito nel luglio 2008 per donazione di alcuni membri della famiglia. La Casa di Architettura di Latina, ne ha curato l’inventariazione e la digitalizzazione, realizzando una banca dati consultabile sul sito dell’Istituto.

Descrizione:
L’archivio raccoglie la documentazione professionale prodotta da Luciano Falsetti. In quanto mancante di ulteriori elaborati che la possano restituire nella sua integrità, ne descrive parzialmente l’attività professionale.

Estremi cronologici:
1967-1979

Consistenza:
57 unità archivistiche.

Ordinamento:
nonostante al momento del trasferimento, l’archivio risultasse alquanto rimaneggiato, la gestione precisa e ordinata, da parte del soggetto produttore era ancora chiaramente percepibile.
Nel rispetto dell’organizzazione data da Luciano Falsetti, e date le tipologie documentarie, l’archivio è stato ordinato in due serie archivistiche.

1. Progetti (1967-1979)
2. Attività professionale, [s.d.]

inventario analitico

Fondo Martino TAVIANO (1923-2009)

Nota biografica:
l’ingegner Martino Taviano nasce a S. Angelo di Brolo (ME) il 19 febbraio 1923. Nel 1933 si trasferisce a Littoria (Latina) insieme al padre funzionario dell’opera Nazionale per i Combattenti e dopo la laurea in ingegneria (1948), inizia la sua attività professionale. Membro del Consiglio della Sanità dal 1951 al 1980; segretario del Consiglio dell’ordine degli ingegneri della provincia di Latina e rappresentante del Servizio impianti Sportivi (SiS) del CoNi dal 1963 al 1970. in collaborazione con Piccinato e Montuori redige il secondo piano regolatore di Latina e quello di Sabaudia. oltre a numerosi piani particolareggiati progetta il ponte sul lago di Sabaudia (LT); diverse cooperative iNa-casa e Gescal e interventi residenziali per conto dell’IACP di Latina; un centro sportivo per il Cral degli ospedali riuniti di Roma; il nuovo complesso ospedaliero di Latina e numerose scuole. Muore a Latina nel 2009.

Storia archivistica:
il Fondo, dichiarato di interesse storico con decreto della Direzione regionale del Lazio del 25.11.2008, è stato acquisito nel luglio 2008, per donazione dell’ing. Martino Taviano. La Casa di architettura di Latina, ha curato una prima inventariazione, realizzando una banca dati consultabile sul sito dell’Istituto.

Descrizione:
l’archivio raccoglie la documentazione professionale prodotta da Martino Taviano.
Tra le tipologie documentarie si conservano elaborati progettuali e documentazione tecnica (tavole di progetti, calcoli delle strutture, ecc.) relativi all’attività dello studio di progettazione di cui Martino Taviano è stato titolare.

Estremi cronologici:
1948-2004

Consistenza:
619 unità archivistiche: 423 tra tubi e rotoli di disegni, 196 buste.

Ordinamento:
l’ordine con il quale è pervenuto l’archivio è rimasto pressoché invariato. Nel rispetto dell’organizzazione data da Martino Taviano, l’archivio è stato ordinato in tre serie.

1. Progetti (1948-1982)
2. Attività professionale (1958-2003)
3. Materiali fotografici ([1963] -1992)